venerdì 13 giugno 2008

L'Amia al crac premia i dirigenti

Un premio complessivo di 356 mila euro diviso tra 28 dirigenti e quadri dell´Amia per aver raggiunto «obiettivi qualitativi» nella gestione dell´azienda. Il tutto per l´anno 2006, quello che ha fatto registrare un rosso record nel bilancio dell´Amia, un buco che sfiora i 95 milioni di euro e marcia oggi al ritmo di 3 milioni al mese.

Così mentre i creditori alle porte pignorano per poche migliaia di euro tavoli e sedie dell´azienda, mentre il servizio asfalto si becca dal Comune un´ammenda da 200 mila euro per avere dichiarato più spese di quelle reali e la raccolta differenziata non supera il 6 per cento da diversi anni, i dirigenti e i quadri hanno ricevuto premi che variano dagli 8 ai 20 mila euro lordi per aver raggiunto non meglio precisati «obiettivi quantitativi e qualitativi» nella gestione del 2006.

Premi arrivati grazie all´assenso del consiglio di amministrazione guidato da Enzo Galioto: «Si tratta di premi previsti dal contratto nazionale Federambiente, svincolati dall´andamento del bilancio, che ha segnato una perdita dovuta a un contratto di servizio con il Comune che deve essere rivisto al rialzo», dice Galioto. «Un controsenso del quale chiederò conto al sindaco Diego Cammarata, visto che i premi sono stati assegnati quasi a tutti i dirigenti e i quadri, proprio nell´anno che ha segnato il disastro dei conti dell´Amia», dice invece Maurizio Pellegrino, consigliere comunale del Partito democratico che nel febbraio scorso ha presentato un´interrogazione al sindaco Cammarata nella quale chiedeva di rendere pubblici i premi ricevuti da amministratori e dirigenti di tutte le aziende partecipate dal Comune.

La più celere a rispondere è stata l´Amat, che nel 2007 ha erogato premi che variano dagli 11 mila ai 14 mila euro ai dirigenti e al direttore generale, Domenico Drago. Premi assegnati dal cda dell´ex municipalizzata anche in questo caso senza che i dirigenti in questione avessero conseguito gli obiettivi prefissi, a partire dall´utile d´esercizio, che doveva arrivare almeno a quota 600 mila euro e invece si è fermato a poco più di 200 mila. L´Amap ha erogato premi per 140 mila euro, con un buco di bilancio che, secondo quanto messo nero su bianco dal ragioniere generale Bouslav Basile, segna nel 2006 quota 1,4 milioni di euro. Gli amministratori della Gesip e della Sispi hanno invece dichiarato di «non aver assegnato alcun premio in denaro ai propri dirigenti».

«Il dato più sorprendente è quello dell´Amia, un´azienda sull´orlo del collasso che premia i suoi dirigenti, senza che vengano però specificati gli obiettivi che dovevano essere raggiunti - attacca il consigliere Pellegrino - Scriverò una lettera al sindaco nella quale chiederò che vengano resi pubblici i compensi assegnati ai singoli dirigenti e le motivazioni: non è accettabile che i soldi pubblici vengano sperperati in questo modo, mentre la stessa azienda è al collasso». Per Pellegrino i premi sono costati all´azienda più dei 356 mila euro dichiarati: «A questa somma resa nota dall´Amia dobbiamo aggiungere gli oneri contributivi, così si arriva a quasi 500 mila euro, una cifra davvero elevata», dice.

L´Amia registra un buco che sfiora i 95 milioni di euro e che cresce, secondo i contabili del Comune, di 3 milioni di euro al mese. Per salvare l´azienda occorre aumentare il contratto di servizio con il Comune: al momento Palazzo delle Aquile versa all´Amia 104 milioni di euro all´anno per i servizi di raccolta dei rifiuti, spazzamento e manutenzione delle strade. Il nuovo contratto dovrebbe aggirarsi intorno ai 130 milioni di euro. Ma allo stesso tempo il Comune non ha fondi, dopo che è saltato il raddoppio dell´Irpef che doveva fare incassare 22 milioni di euro, somme da destinare proprio all´Amia. Accantonata dall´amministrazione Cammarata la soluzione della superholding, occorre adesso trovare entro luglio una soluzione per salvare l´Amia dal fallimento.

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