mercoledì 10 dicembre 2008

LETTERA APERTA AL PIU’ GRANDE …”MEZZO SINDACO” DELLA STORIA ACESE

la trasparenza amministrativa non è un optional

Ancora una volta la sindrome del “cavaliere dimezzato” assale il Sindaco Garozzo: il… Sindaco delle metà…

  • Isola pedonale, decoro urbano, vivibilità? ..

Metà per i cittadini,metà per le corporazioni di potere economico e clientelare,un ibrido unico in Italia!

  • Viabilità. Traffico, manutenzione strade?......

Metà basolato” lavico” per la Fiera delle Vanità e,metà arrangiarsi per i quartieri popolari, per le doppie file, per il caos dei posteggi e del mercato, per i laghi e i fiumi artificiali alle prime piogge.

  • Opere pubbliche incompiute?

Il blocco politico di destra cui lui appartiene ha trascinato con pessima amministrazione per vent’anni ( edifici scolastici, palazzetto dello sport…i) se non per oltre quarant’anni ( teatro Bellini,Maugeri etc..) la realizzazione delle opere e adesso miracolosamente sotto elezioni si vede la fine….altro che pavoneggiamenti mediatici, scusa si dovrebbe chiedere agli acesi !



L’ipocrisia per la condivisione dei valori di legalità e trasparenza che sono la stella popolare del nostro movimento si infrange nella pratica quotidiana degli atti amministrativi:valga per tutti l’esempio clamoroso dell’Assessore Torrisi che in maniera pilatesca prima si dirotta in altro settore mantenendolo nella Giunta pur avendo minacciato e aggredito un Vigile Urbano e poi ancora più ipocritamente salvato da un azione di elementare rimozione per avere sfacciatamente utilizzato le strutture del Comune con la propria figlia.



Sindaco Garozzo, se Lei avesse senso civico e amore per la sua Città rimuoverebbe immediatamente tale imbarazzante membro della sua Giunta chiedendo pubblicamente scusa agli acesi; il valore morale di tale azione vale sicuramente più di tutti i voti clientelari del sig. Torrisi, il coraggio nelle scelte distingue gli uomini.

La responsabilità, infatti, è solo sua!



LIBERA CITTADINANZA liberomegafono@gmail.com - http://liberomegafono.blogspot.com/

UN’ALTRA STORIA UN’ALTRA IDEA DI ACIREALE .

i briganti rugby, Catania e lo Sport impossibile

i briganti rugby, Catania e lo Sport impossibile

Nota Stampa - Catania 10/12/08

Dopo aver atteso invano per mesi che almeno alcuni degli impegni assunti nei nostri confronti si trasformassero in realtà, crediamo sia opportuno che la città in cui cerchiamo di portare avanti un progetto di sport sociale sappia in che condizioni siamo costretti ad operare. Ad oggi, i nostri ragazzi (un centinaio i tesserati tra under 9, under 11, under 13 e serie C) beneficiano per appena novanta minuti settimanali degli impianti pubblici. O meglio, disponiamo di un turno serale - in pratica inaccessibile ai piccoli, dato l'orario - che dividiamo con un'altra squadra di rugby, il San Gregorio, turno che paghiamo anticipatamente per intero, spesso senza poter usufruire neanche della doccia per mancanza di gasolio per il riscaldamento. Le nostre under (i ragazzini che con grande difficoltà cerchiamo di "distogliere" da altre meno nobili attività) non hanno un campo sul quale allenarsi e giocare. I tecnici volontari il pomeriggio radunano i ragazzi e partono alla ricerca di uno spazio sul quale correre e giocare, una volta in un parcheggio, un'altra in un cortile di una scuola, un'altra ancora nell'impianto San Teodoro, qualora questo non sia già occupato. Questo poichè la vergogna dell'impianto San Teodoro - che dovrebbe essere una risorsa per tutto il quartiere! - è da mesi sotto gli occhi di tutti, soprattutto dei nostri amministratori, che non riescono a reperire le due lirette necessarie per coprire le spese di un dipendente che apra l'impianto almeno i pomeriggio, in modo che torni ad essere pubblica proprietà e non terra di nessuno dove i teppisti la fanno da padrone. Al riguardo le belle intenzioni dell'assessore Antonio Scalia e della presidente della municipalità Loredana Gioia, più volte paventateci, restano fiato nel vento e così l'impianto rimane chiuso ed i ragazzini restano per strada. Ci domandiamo quanto il non avere alle spalle apparati politici o di potere influisca su questo modo così incomprensibile di rispodere alle nostre richieste e di gestire le risorse pubbliche. Problema che non riguarda soltanto noi briganti rugby, ma un intero quartiere che viene una volta di più umiliato e dimenticato, insieme a tutti quelli che come noi al "si dovrebbe fare" preferiscono rispondere con il "fare quotidiano". Non possiamo poi che essere addolorati dal fatto che molti dei ragazzi che avevano intrapreso un percorso sportivo e di aggregazione con il nostro gruppo negli scorsi anni, oggi di fronte alla precarietà dell'offerta che giocoforza possiamo mettere in campo vada via e ritorni ad un vivere quotidiano fatto di certezze negative e di strade segnate. Chi pagherà per questo crimine?
La domenica la squadra dei briganti rugby di serie C và in giro per la Sicilia portando con fierezza il nome di Catania e di Librino raccontando un'esperienza di aggregazione sportiva che lotta quotidianamente per l'emancipazione di un territorio così difficile; nessuno potrebbe immaginare quanto, purtroppo, questo progetto venga ostacolato da chi invece dovrebbe proteggerlo e sostenerlo.
http://www.ibrigantirugbylibrino.it/

per l'asd i briganti rugby Librino
il presidente Stefano Curcuruto, tutti i membri del Direttivo, gli allenatori, i giocatori piccoli e grandi...
_________________
associazione sportiva dilettantistica "i briganti rugby"

martedì 9 dicembre 2008

LA POLITICA DEI CITTADINI

LA POLITICA DEI CITTADINI

Programmi, Primarie, Libertà di scelta

Incontro sulla democrazia partecipativa



RITA BORSELLINO - Presidente Associazione Nazionale Un’Altra Storia

FRANCESCO FICHERA - Portavoce ‘Liberacittadinanza-Un’Altra Storia ‘ Acireale





Mercoledì 10 Dicembre 2008, ore 18

Salone Parrocchiale S.Paolo – Corso Italia Acireale



LIBERA CITTADINANZA liberomegafono@gmail.com - http://liberomegafono.blogspot.com/

UN’ALTRA STORIA UN’ALTRA IDEA DI ACIREALE .

venerdì 10 ottobre 2008

LA RACCOLTA DELLE FIRME PER RICHIEDERE IL REFERENDUM CONTRO IL LODO ALFANO

Liberacittadinanza ha deciso di aderire alla raccolta delle firme che inizierà l'11 ottobre prossimo per chiedere il referendum abrogativo della legge sull'immunità per le alte cariche dello Stato (il cosiddetto lodo Alfano).

Non si tratta di una semplice adesione, ma vogliamo farci promotori ed impegnarci direttamente nella raccolta delle firme coinvolgendo le espressioni della società civile, associazioni, movimenti, singoli cittadini.

Sappiamo bene che ci sono problemi pressanti che riguardano direttamente la vita dei cittadini, come il lavoro, le politiche sociali, la previdenza, l'ambiente (solo per citare i più importanti), ma la legge sull'immunità delle alte cariche dello Stato tira in ballo il principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, che fa la differenza fra una democrazia e un'oligarchia basata sul privilegio.

Qui si tratta di difendere un pilastro della Costituzione (minato al solo scopo di fermare le inchieste penali in corso), così come si fece col referendum costituzionale del 2006.

Non ci nascondiamo le difficoltà, legate soprattutto alla necessità di raggiungere il quorum di votanti del 50 %, ma con la legge elettorale vigente il Parlamento è di fatto succube della volontà del potere esecutivo, e quindi i cittadini che vogliono manifestare esplicitamente il loro dissenso non possono che ricorrere agli istituti di democrazia diretta previsti dalla Costituzione.

Inoltre la fase della raccolta delle firme e la campagna referendaria sono momenti importantissimi per coinvolgere la cittadinanza nelle nostre battaglie ed aumentare la consapevolezza generale di aspetti della vita democratica che troppo spesso vengono ignorati.

Siamo grati all'Italia dei Valori, che ha proposto il referendum, e che al momento, si spera per poco ancora, è l'unico partito che lo sostiene, ma non possiamo perdere l'occasione per dare chiara dimostrazione che la società civile non è da meno, e non resta nelle retrovie quando c'è da battersi per la democrazia.

Ecco perché Liberacittadinanza vuole impegnarsi in prima persona nella raccolta delle firme e vuole chiamare la società civile e le sue istanze senza delegare ai soli partiti. La raccolta inizierà sabato 11 ottobre ad Acireale come a Roma; un’apposita conferenza stampa ne illustrerà i dettagli organizzativi.

ABBIAMO BISOGNO DELL'AIUTO DI TUTTI: per contatti e adesioni nell'area di Acireale e per informazioni scrivere a: citto.l@tiscali.it o www.liberomegafono.blogspot.com ; per le altre zone consultare il sito di Liberacittadinanza
www.liberacittadinanza.it

mercoledì 24 settembre 2008

La Parentopoli siciliana tra assunzioni e gratifiche

PALERMO - E' anche peggio di quando Totò spartiva il bottino fra i suoi clienti. Duecento euro a chi allevava una capra "girgentana" (agrigentina) e 500 a chi accudiva in giardino un asino pantesco (di Pantelleria), un contributo "per la lotta mondiale contro l'inquinamento" a chi viaggiava in nave, 12 euro per ogni chilo di manna tirata giù dall'albero. L'ultimo assalto alla Regione è più sfacciato. Ci sono di mezzo i parenti.

Tanti. E' così che don Raffaele sta già oscurando la fama del suo predecessore sopraffatto da una velenosa guantiera di cannoli.

E' un arrembaggio. Più fratelli e cugini e più figli. E più nipoti e più compari. Non c'è più soltanto Palermo (dove Cuffaro ha il suo quartiere generale) ma c'è anche Catania (dove il boss dei boss è Lombardo) e - chissà come - in Sicilia ci saranno pure più soldi. Quelle che tecnicamente vengono definite le "risorse della nuova programmazione" sono in sostanza 6 miliardi e mezzo di euro che pioveranno sull'isola da qui alla primavera del 2013. Alla Regione si preparano a un altro grande banchetto. Con un condottiero che pubblicamente promette rigore e regole ma poi fa sempre finta di niente.

A parole annuncia rivoluzioni nella spaventosa macchina burocratica e intanto lascia i soliti noti ai loro posti, giura di ridurre da 26 a 12 le società regionali e invece non taglia mai nulla, in nome della trasparenza sceglie come assessori due noti magistrati e poi però il suo governo scivola ancora nella vergogna dei familiari più intimi assunti per chiamata diretta. Alla muta muta - zitto zitto come si dice in Sicilia - Raffaele Lombardo è in corsa per battere tutti i record nella Sicilia delle abbuffate.

Nella Regione che per la sua Sanità spende 8,5 miliardi di euro (il 30% in più della Finlandia, ha fatto notare a luglio la Corte dei Conti) tutto è come prima e più sconcio di prima. A pochi mesi dalla sua incoronazione il nuovo governatore sembra stia diventando un altro Cuffaro più smoderato di Cuffaro. Lo scandalo è diventato scandalo con Giuliana, la figlia di Giovanni Ilarda, il giudice che don Raffaele ha messo all'assessorato al Personale. Ma la lista di quei cognomi eccellenti assunti in Regione è infinita. Quelli che hanno una parentela molto stretta e gli altri, cognati, nuore, ex autisti, ex deputati "trombati".

Si comincia con Piero Cammarata, primogenito di Diego, sindaco di Palermo, e si finisce con una Misuraca (parlamentare di Forza Italia) e uno Scoma (assessore di Lombardo), con un Davola (ex autista di Gianfranco Micciché) e con un Mineo (figlio di un deputato regionale). Quasi tutti sono negli staff degli assessori. Come Rosanna Schifani, sorella di Renato, presidente del Senato della Repubblica. Era già dipendente della Regione, assunta per concorso nel '91, poi è stata "chiamata" dall'assessore alla Famiglia Francesco Scoma. O come Viviana Buscaglia, cugina del ministro di Grazia e Giustizia Angelino Alfano. La signora, un'"esterna", è nello staff dell'assessore all'Agricoltura Giovanni La Via. L'elenco di chi si piazza lì dentro con un cognome che conta mese dopo mese è sempre lungo.

Ogni assessore può avere 25 collaboratori fra segreteria particolare e segreteria tecnica, un terzo di loro arriva da fuori l'amministrazione. Così fan tutti. Pagando ciascuno degli 8 prescelti come dirigente 41.807 euro lordi più un'indennità di 7.747 euro e un'altra di 23.500. Come minimo, i fortunati che entrano in uno staff, portano a casa 70 mila euro. Gli uffici di gabinetto si trasformano in vere e proprie segreterie politiche.

Come quella dell'assessore ai Beni Culturali Antonello Antinoro dell'Udc. Ha chiamato vicino a sé: Giovanni Antinoro (non parente) che era l'autista di Cuffaro; Domenico Di Carlo, segretario del braccio destro di Cuffaro, Saverio Romano; Vito Raso, amico di Cuffaro; Gianni Borrelli, ex candidato Udc amico di Cuffaro e dello stesso assessore Antinoro. Lo chiamano staff ma è una tribù.

Rispetto a tutti gli altri 21 mila dipendenti regionali quelli degli staff non firmano il cartellino, hanno un rapporto solo con il loro capo - l'assessore - e tanto per gradire per gli interni un'altra indennità annua dai 7 ai 15 mila euro.

E se nei "felicissimi" di Totò Cuffaro sembrava che non ci fossero limiti al limite, l'esordio come governatore di don Raffaele è stato segnato da nuovi aumenti per 72 onorevoli su 90. Il parlamento ha voluto altre tre commissioni, altri "gettoni", altri incarichi e gratifiche da aggiungere ai 19 mila euro lordi di stipendio per ogni parlamentare. Totale delle spese in più per le tre nuove commissioni: 200 mila euro. Nelle stesse settimane del bonus per gli onorevoli, tutti i dirigenti dei vari assessorati sono stati valutati e promossi. Il minimo in "pagella" era un punteggio di 70, tutti sono andati oltre il 90. Dai 3 ai 15 mila euro in più per ogni burocrate.

"Il mio governo è già impegnato a tagliare gli sprechi", aveva solennemente giurato don Raffaele nel giorno del suo insediamento.

Numeri e nomi raccontano come sono andate le cose. A giugno il governatore aveva proclamato che avrebbe finalmente messo mano alle 25 società collegate alla Regione, 3.546 precari poi stabilizzati e in pratica tutti amici di amici, un bel po' di altri parenti di eccellenti siciliani, tutti entrati senza concorso. A luglio e a settembre ha ripetuto il proclama. Le 25 società sono sempre lì, una dependance della Regione Sicilia che conta quasi gli stessi impiegati che ha la Regione Lombardia.

Sulla carta si occupano di tutto. Trasporti. Informatizzazione. Patrimonio artistico. Qualche mese fa una società ha pubblicato un avviso per comunicare l'assunzione da parte di un'altra società di 38 ingegneri. Il nome dell'altra società è stato tenuto segreto "per motivi di privacy". Poi si è scoperto che era la Sicilia e-innovazione, una struttura che gestisce almeno 300 milioni di fondi europei e statali. Ma Lombardo non prende decisioni. Parla, parla ma non si mette mai contro nessuno. Immobile come una statua, assiste alle scorrerie nel gorgo di Palermo.

(24 settembre 2008) fonte Repubblica

mercoledì 27 agosto 2008

Sicilia, aumenti del 115% agli assessori

In tre anni stipendi raddoppiati e infornata di precari:
conti a rischio con il federalismo

ROMA — C'è un numero che da solo spiega perché il federalismo fiscale e la Regione siciliana non possono andare d'accordo. Si trova a pagina 57, riga 6, di un rapporto appena sfornato dalla Corte dei conti dove si denuncia che nel triennio 2005-2007 l'indennità di carica per i componenti della giunta regionale è aumentata del 114,77%. C'è scritto proprio così: +114,77%. Mentre nel Paese infuriava la bufera sui costi della politica, mentre a Roma si cercava di salvare la faccia proponendo sforbiciate qua e là, mentre Romano Prodi tagliava del 30% il suo stipendio e quello dei suoi colleghi, la spesa per l'indennità degli assessori siciliani magicamente più che raddoppiava. Con il risultato che oggi un componente della giunta regionale guadagna più di un ministro. Chi è assessore e deputato regionale porta a casa più di 14 mila euro netti al mese. Gli assessori esterni se ne devono invece far bastare 11 mila o giù di lì. Il loro stipendio è infatti di 18.120,70 euro lordi al mese: 217.448 l'anno. Circa 15 mila più di un ministro non parlamentare. Va da sé che con la riforma federalista questo andazzo non potrà continuare. Ma i sacrifici a cui saranno chiamati gli assessori faranno ridere rispetto al resto dei problemi. Il personale, per esempio. La relazione della Corte rivela che nel triennio 2005-2007 la spesa per gli stipendi è aumentata del 18,1%, il triplo dell'inflazione.

Nel 2007 i dipendenti sono costati 714 milioni, il 37% più del 2001. All'esplosione ha contributo, spiegano i magistrati contabili, «il notevole ampliamento del numero di dipendenti a tempo determinato a seguito della decisione assunta dalla giunta regionale di procedere alla contrattualizzazione» di alcuni precari. Quanti erano? 3.496. Più o meno come tutti i dipendenti della Regione Lombardia e degli enti collegati, che secondo il conto annuale del Tesoro sono 3.961. Per inciso, la Lombardia ha 9 milioni e mezzo di abitanti contro i 5 milioni della Sicilia. La mega infornata di precari risale alla fine del 2005, pochi mesi prima delle elezioni regionali che avrebbero confermato Salvatore «Totò» Cuffaro alla presidenza della Regione. Come se non bastasse, sottolinea il rapporto della Corte dei conti, l'amministrazione regionale ha poi provveduto a «stabilizzare» altri 130 precari l'anno successivo e ancora altri 197 nel 2007.

Non c'è perciò da stupirsi che la bulimica macchina regionale si sia gonfiata all'inverosimile: alla fine del 2006 si contavano 20.448 dipendenti, di cui 14.291 a tempo indeterminato, 5.455 ex precari stabilizzati e 702 lavoratori socialmente utili. I dirigenti sono ben oltre duemila, con un aumento inarrestabile della spesa per le retribuzioni «di posizione di risultato», determinato dal «notevole incremento del numero degli uffici di massima dimensione e delle strutture intermedie». Ma siccome è regola che non ci siano figli e figliastri, pure i dipendenti «a tempo» hanno avuto la loro parte. E poco importa che l'aumento del «trattamento accessorio» per questo personale sia stato concesso, dice la Corte dei conti, «in violazione delle disposizioni normative e contrattuali». Perché il 6 febbraio scorso, una decina di giorni dopo le dimissioni di Cuffaro e un paio di mesi prima delle elezioni che avrebbero incoronato Raffaele Lombardo, la Regione ha approvato per legge una tanto scontata quanto provvidenziale sanatoria. Per non parlare dei consulenti.

Le norme fissano in tre il numero massimo per ogni assessorato più un consulente per il servizio «controllo strategico»? Ebbene, nel 2007 gli incarichi di consulenza affidati da 10 dei 12 assessori, più il presidente, erano 51, di cui 5 per il cosiddetto controllo strategico. E che dire della spesa per le pensioni? Nel 2007 è arrivata a 538 milioni, il 31,6% in più rispetto al 2001, con una crescita del 7,8% soltanto nell'ultimo anno. Il motivo? L'aumento del 51,6% dei dipendenti della Regione che se ne sono andati in pensione: 413 persone in dodici mesi. Inevitabili, a fronte di questa situazione, gli interrogativi. Perché Lombardo è potente alleato di Silvio Berlusconi, che a lui deve la schiacciante e decisiva vittoria del centrodestra nei collegi elettorali dell'isola. Ma sa benissimo che la riforma, pure «a misura di Sicilia» come lui stesso ha chiesto, potrebbe rivelarsi un massacro se venissero tagliati massicciamente i trasferimenti alle Regioni meno virtuose. Anche perché i segnali di una svolta, in Sicilia, mancano del tutto. La Regione ha varato un piano di riorganizzazione che dovrebbe comportare un risparmio di circa 1,6 milioni di euro l'anno negli stipendi dei dirigenti dal 2008 al 2010.

A parte le considerazioni circa l'entità dell'economia prevista, considerando che il monte «salari» dei dirigenti, salito fra il 2001 e il 2005 di oltre il 45%, supera ormai i 160 milioni di euro, i magistrati contabili arrivano a mettere in discussione che il modestissimo risparmio possa essere conseguito, anche perché «emerge in maniera evidente che l'attuazione delle misure proposte non prevede una diminuzione delle strutture burocratiche». Se infatti il numero delle aree e dei servizi viene ridotto da 546 a 403, quelle delle unità operative aumenta da 1.184 a 1.329. Ma in discussione, sanità a parte, è anche l'intera struttura delle uscite regionali. A una fortissima crescita della spesa per stipendi e pensioni ha fatto riscontro, negli ultimi tre anni, un calo dei trasferimenti alle famiglie (-9,8%) e alle imprese (-42,9%). E se la Regione, dice la Corte dei conti, spende troppo poco per le opere pubbliche e il turismo, sulla formazione professionale corrono fiumi di denaro. L'anno scorso, 432 milioni di euro. Ma senza che se ne vedano risultati, se è vero, come sottolinea il rapporto, che «la disoccupazione giovanile, alla quale dovrebbe prevalentemente rivolgersi la spesa per la formazione professionale, nel 2005 è stata del 40,6% per gli uomini e del 52,1% per le donne».

Sergio Rizzo (Corriere della Sera)

giovedì 26 giugno 2008

Sicurezza per tutti, tranne per i bambini.

“Il decreto sicurezza, così com’è, mette la parola fine alla lotta alla pedofilia online in Italia”. Lo ripete due volte, Giovanni Arena, presidente di Telefono Arcobaleno, l’Ong italiana che da dodici anni si occupa di segnalare e combattere il mercato degli abusi sessuali sui minori. Vuol essere sicuro che si capisca bene: “non voglio dare un giudizio politico, ma tecnico” chiarisce: “l’articolo 2 del decreto sicurezza appena approvato al Senato è un articolo “salvapedofili” dice. Un’accusa forte: “Il decreto contiene una disposizione che concentra la competenza dei moltissimi procedimenti contro la pedofilia on line nelle già intasatissime procure antimafia, togliendoli alle procure ordinarie. Oggi un giudizio per casi di pedofilia dura in media tre o quattro anni in primo grado, ma nelle procure distrettuali, oberate da migliaia di procedimenti diversi durerebbe molto di più”. “Potrebbe essere” dice Arena “la morte dell’attività di contrasto alla pedopornografia in rete, che, come tutti sappiamo, deve essere attività dinamica in linea con l’evoluzione tecnologica e con l’aggressività di coloro che fanno mercato dei bambini in tutto il mondo attraverso internet. Si aggiunge un altro tassello a un impianto normativo ingestibile”. La sua speranza è che “al passaggio alla Camera venga cambiato quest’articolo delirante”.
L’ultima caccia ai pedofili online è finita stamattina: quarantuno persone arrestate in tutta la Spagna. Più di cento hard disk e un migliaio di supporti digitali requisiti. La Polizia spagnola ha diffuso un comunicato, in cui si dà il merito della scoperta (e della segnalazione) della rete pedofila proprio a Telefono arcobaleno. Sono loro, i cacciatori dei pedofili online. “Abbiamo fatto più di 21mila segnalazioni di siti nei primi sei mesi del 2008″ dice Maria Clara Marchi, responsabile dell’ Ong “e prevediamo un aumento dei casi del 30% nel corso dell’anno”. Numeri alti, per un fenomeno sommerso: “Siamo un’equipe di sei persone” spiega Marchi, “seguiamo le tracce del mercato pedopornografico sulla rete”. M a non c’è il rischio di finirci impigliati, nella rete? “Beh, ovviamente abbiamo delle regole di operatività molto ferree, non scarichiamo materiale, non ci immischiamo. Il trucco è entrare nella testa di queste persone, seguire le loro tracce. Poi ogni volta che si scopre un sito, si scopre una rete di contatti. E facciamo partire le denunce”. Una procedura che, secondo Telefono Arcobaleno, va a colpo sicuro: “Non gettiamo fango su gente che non c’entra. le denunce sono circostanziate, precise, con la prova di materiale scaricato che poi viene regolarmente rinvenuto dalla polizia nelle case delle persone arrestate. Questi sono collezionisti, si muovono con circospezione, con password criptate, siti ultranascosti, è un mondo abbastanza underground, in cui è assai improbabile che si capiti per caso”.
Il Telefono arcobaleno funziona dal 1996. Dodici anni di monitoraggio e segnalazioni anche grazie a un numero verde, 800 025 777, a disposizione dei minori vittime di abusi. Secondo il report diffuso dall’associazione, il numero di siti pedofili on line è triplicato dal 2005 al 2007, passando dai 13.315 del 2005 ai 39.418 del 2007. E c’è anche una vera e propria “sottocultura” pedofila sommersa, che considera legittimo l’amore “consenziente” con i minori rifacendosi a paraventi letterari come Lolita o i grandi filosofi greci dell’antichità. E nascondendosi la realtà di brutale sfruttamento del turismo sessuale pedofilo diffuso in Stati come la Thailandia. “Così” denuncia Telefono Arcobaleno, “nascono iniziative come il “boy love day” proclamato su internet per la giornata di ieri, il 24 giugno”. “È importante contrastare radicalmente queste rivendicazioni pseudo-culturali” dice il presidente Giovanni Arena “e devo dire che in questo senso in Italia c’è la giusta sensibilità e i siti di questo tipo accessibili sono stati sequestrati”. La maggior parte di quelli attivi, dice Arena, si trovano in Olanda, Svezia, Germania e Usa. Il discorso normativo è diverso in altri Paesi: “In Olanda, ad esempio, c’è secondo me un’eccessiva tutela alla libertà di espressione su un tema così delicato e si arriva a permettere proclami deliranti di questi che sono mercanti dell’abuso”.

mercoledì 25 giugno 2008

Sicurezza per tutti, tranne per le donne

"Altro che più sicurezza per le donne in città, gli emendamenti salva-Berlusconi sospenderanno anche i processi per stupro. Ormai è chiaro che la repressione della violenza sessuale e la sicurezza delle donne nelle città sono state solo la bandiera che il governo ha usato per emanare misure aventi tutt'altro scopo".

Lo dice Vittoria Franco, senatrice e ministro ombra delle Pari Opportunità del Pd.

"Dopo aver cancellato le risorse per il piano antiviolenza che prevedeva più prevenzione e più centri antiviolenza, dopo aver bocciato tutti i nostri emendamenti sullo stalking e contro la violenza sessuale, ora il governo Berlusconi compie l'ultimo passo contro le donne - sottolinea Vittoria Franco - I processi per i reati di stupro, aggressione, lesioni, cioè i processi che riguardano reati che colpiscono le donne, rientrano clamorosamente tra quelli per cui è prevista la sospensione di un anno. Se non che, dal momento che la legge prevede che il dibattimento venga riavviato con lo stesso collegio altrimenti si ricomincia tutto daccapo, è fortemente probabile che moltissimi dei processi per gli stupri commessi prima del 30 giugno 2002 finiranno con un nulla di fatto. I reati infatti cadranno in prescirizione nel frattempo. Ma non basta.

Tra i reati per cui è prevista la precedenza assoluta nei processi la violenza sessuale semplice non rientra. Questo significa una cosa molto chiara: la lotta contro la violenza sessuale è stata solo una bandiera per il governo Berlusconi. Non è affatto vero che il pacchetto sicurezza è stato varato anche per dare più sicurezza alle donne, ma l'esatto contrario. Crediamo che quello che sta succedendo è di una gravità inaudita. Non ha niente da dire la ministra Carfagna? Noi continueremo a dare battaglia nel Parlamento e nel Paese".

martedì 24 giugno 2008

WE WANT YOU

selezione 2008/2009

Sei un Kreativo, ami la Pittura, la Fotografia, la Scultura, le Arti Visive, la Musica ? Lo ZERO69 mette a disposizione i suoi spazi per te. Preferiamo dare spazio ai giovani e non solo. Oggi i tempi sono cambiati e la visibilità si aquisisce anche utilizzando spazi pubblici e commerciali per esporre le proprie opere e per esibire il proprio talento. I nostri spazi sono a costo zero perchè desideriamo aiutare ed incoraggiare i giovani artisti ad emergere e a mettere in mostra la loro creatività e le loro capacità. Inviaci una e-mail a: info@zero69.it


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Dal 28 giugno al 02 settembre 2008 [PITTURA FOTOGRAFIA SCULTURA]
blueSPLASH - Collettiva a cura di CALUSCA in contemporanea presso Zero69 e la Galleria Art'è di Acireale
Dal 28 giugno 2008 gli spazi della Galleria Art’è e dello Zero69 di Acireale presenteranno la mostra collettiva “BlueSPLASH”. I 42 artisti invitati analizzeranno il tema dell’acqua, le sue dinamiche, il suo colore non colore,... LEGGI Per il tuo INVITO clicca QUI
Nella serata inaugurale si terrà, presso lo Zero69 la presentazione di due opere musicali inedite sul tema BluSplash appositamente composte dal gruppo vernacolare “I Beddi
Dal 03 settembre al 03 ottobre 2008 [FOTOGRAFIA]
Cinzia Catanzaro-Personale
Lo Zero69 presenta una serie di scatti selezionati di questa New Entry nel mondo della Fotografia.
Dal 04 ottobre al 03 novembre 2008 [PITTURA]
Angela Vinci - Personale
Lo Zero69 presenta una selezione di opere dell'artista Catanese.
Dal 04 novembre al 08 dicembre 2008 [PITTURA TECNICA MISTA]
Sergio Treglia - Personale
Lo Zero69 presenta una speciale selezione di opere di questo artista Randazzese.
Dal 09 dicembre 2008 al 05 gennaio 2009 [FOTOGRAFIA]
Francesco Di Giovanni - Personale
Dopo aver partecipato all'edizione 2008 di "I Have A Dream" a cura di Tribeart, lo Zero69 presenta una speciale selezione di scatti fotografici di questo giovane fotografo di talento.
Dal 10 febbraio al 09 marzo 2009 [PITTURA]
Michele Principato Trosso - Personale
Lo Zero69 presenta una speciale selezione di opere di questo artista di Capizzi (ME).
Cocktails [BEVERAGE]
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Prepariamo tutti i nostri piatti nelle nostra cucina utilizzando sempre prodotti di qualità
Siamo lieti di aver ospitato un'evento SlowFood

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venerdì 13 giugno 2008

L'Amia al crac premia i dirigenti

Un premio complessivo di 356 mila euro diviso tra 28 dirigenti e quadri dell´Amia per aver raggiunto «obiettivi qualitativi» nella gestione dell´azienda. Il tutto per l´anno 2006, quello che ha fatto registrare un rosso record nel bilancio dell´Amia, un buco che sfiora i 95 milioni di euro e marcia oggi al ritmo di 3 milioni al mese.

Così mentre i creditori alle porte pignorano per poche migliaia di euro tavoli e sedie dell´azienda, mentre il servizio asfalto si becca dal Comune un´ammenda da 200 mila euro per avere dichiarato più spese di quelle reali e la raccolta differenziata non supera il 6 per cento da diversi anni, i dirigenti e i quadri hanno ricevuto premi che variano dagli 8 ai 20 mila euro lordi per aver raggiunto non meglio precisati «obiettivi quantitativi e qualitativi» nella gestione del 2006.

Premi arrivati grazie all´assenso del consiglio di amministrazione guidato da Enzo Galioto: «Si tratta di premi previsti dal contratto nazionale Federambiente, svincolati dall´andamento del bilancio, che ha segnato una perdita dovuta a un contratto di servizio con il Comune che deve essere rivisto al rialzo», dice Galioto. «Un controsenso del quale chiederò conto al sindaco Diego Cammarata, visto che i premi sono stati assegnati quasi a tutti i dirigenti e i quadri, proprio nell´anno che ha segnato il disastro dei conti dell´Amia», dice invece Maurizio Pellegrino, consigliere comunale del Partito democratico che nel febbraio scorso ha presentato un´interrogazione al sindaco Cammarata nella quale chiedeva di rendere pubblici i premi ricevuti da amministratori e dirigenti di tutte le aziende partecipate dal Comune.

La più celere a rispondere è stata l´Amat, che nel 2007 ha erogato premi che variano dagli 11 mila ai 14 mila euro ai dirigenti e al direttore generale, Domenico Drago. Premi assegnati dal cda dell´ex municipalizzata anche in questo caso senza che i dirigenti in questione avessero conseguito gli obiettivi prefissi, a partire dall´utile d´esercizio, che doveva arrivare almeno a quota 600 mila euro e invece si è fermato a poco più di 200 mila. L´Amap ha erogato premi per 140 mila euro, con un buco di bilancio che, secondo quanto messo nero su bianco dal ragioniere generale Bouslav Basile, segna nel 2006 quota 1,4 milioni di euro. Gli amministratori della Gesip e della Sispi hanno invece dichiarato di «non aver assegnato alcun premio in denaro ai propri dirigenti».

«Il dato più sorprendente è quello dell´Amia, un´azienda sull´orlo del collasso che premia i suoi dirigenti, senza che vengano però specificati gli obiettivi che dovevano essere raggiunti - attacca il consigliere Pellegrino - Scriverò una lettera al sindaco nella quale chiederò che vengano resi pubblici i compensi assegnati ai singoli dirigenti e le motivazioni: non è accettabile che i soldi pubblici vengano sperperati in questo modo, mentre la stessa azienda è al collasso». Per Pellegrino i premi sono costati all´azienda più dei 356 mila euro dichiarati: «A questa somma resa nota dall´Amia dobbiamo aggiungere gli oneri contributivi, così si arriva a quasi 500 mila euro, una cifra davvero elevata», dice.

L´Amia registra un buco che sfiora i 95 milioni di euro e che cresce, secondo i contabili del Comune, di 3 milioni di euro al mese. Per salvare l´azienda occorre aumentare il contratto di servizio con il Comune: al momento Palazzo delle Aquile versa all´Amia 104 milioni di euro all´anno per i servizi di raccolta dei rifiuti, spazzamento e manutenzione delle strade. Il nuovo contratto dovrebbe aggirarsi intorno ai 130 milioni di euro. Ma allo stesso tempo il Comune non ha fondi, dopo che è saltato il raddoppio dell´Irpef che doveva fare incassare 22 milioni di euro, somme da destinare proprio all´Amia. Accantonata dall´amministrazione Cammarata la soluzione della superholding, occorre adesso trovare entro luglio una soluzione per salvare l´Amia dal fallimento.

martedì 10 giugno 2008

Ultimi appuntamenti ZERO69

Gli ultimi appuntamenti inseriti, per tutti gli altri cliccate su ZERO69

Fino al 22 giugno 2008 [ARTE]
Alfio Sorbello -Sospensioni Gravità Fantasie
L’orizzonte, delle sue opere, è sempre ampio, come ad inquadrare uno sguardo dissipante, metallico, emanante da una colorazione apocalittica, che si perde in una sorta di linea, netta e tranciante... LEGGI

Dal 28 giugno al 02 settembre 2008 [ARTE]
blueSPLASH - Collettiva a cura di CALUSCA in contemporanea presso Zero69 e la Galleria Art'è di Acireale
Dal 28 giugno 2008 gli spazi della Galleria Art’è e dello Zero69 di Acireale presenteranno la mostra collettiva “BlueSPLASH”. Gli artisti invitati analizzeranno il tema dell’acqua, le sue dinamiche, il suo colore non colore,... LEGGI
Nella serata inaugurale si terrà, presso lo Zero69 la presentazione di due opere musicali inedite sul tema BluSplash appositamente composte dal gruppo vernacolare “I Beddi

Dal 03 settembre al 03 ottobre 2008 [FOTOGRAFIA]
Cinzia Catanzaro-Personale
Lo Zero69 presenta una serie di scatti selezionati di questa New Entry nel mondo della Fotografia.

Dal 04 ottobre al 03 novembre 2008 [ARTE]
Angela Vinci - Personale
Lo Zero69 presenta una selezione di opere dell'artista Catanese.

Dal 04 novembre al 08 dicembre 2008 [ARTE]
Sergio Treglia - Personale
Roma - Fondazione Volume!

Cocktails [Beverage]
Cocktails, Vino,Distillati e Liquori di qualità
Barman Associato e Qualifica AIBES - Sommelier Associato e Qualifica FISAR

Wine, Caffetteria, Ristorazione e non solo [Lounge]
Prepariamo tutti i nostri piatti nelle nostra cucina utilizzando sempre prodotti di qualità
Siamo lieti di aver ospitato un'evento SlowFood

Conosci lo ZERO69 !?
Per un semplice caffè, un tè, un infuso o una tisana; per un'aperitivodi qualità, per un calice di vino o un cocktail preparato con conoscenza e professionalità. Insalate, piatti semplici e gustosi, finger food, ecc... Mostre d'Arte, Conferenze, Eventi Musicali ecc... Tutto questo lo trovi allo Zero69 di Acireale. per la MAPPA clicca QUI

L´ultimo attacco alla Giustizia

di Salvatore Borsellino - 08 Giugno 2008
E' attualmente in atto, circondato dall'indifferenza di una opinione pubblica ormai completamente disinformata ed assuefatta,dal silenzio di una stampa omologata ed adusa alle mistificazioni ed...


alle omissioni, dal completo silenzio di una opposizione parlamentare ormai inesistente o esistente soltanto per il lancio di segnali di servilistica acquiescenza al governo in carica, uno dei più gravi e forse il definitivo attacco alla Giustizia. I fronti di attacco, nel giro di pochi giorni, sono due: le intercettazioni e il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Per le prime, direttamente da un capo del Governo che punta all'azzeramento immediato della possibilità di utilizzare le sue conversazioni con Saccà su attricette e compravendita di senatori nelle conseguenti indagini per corruzione, è venuto l'annuncio di una drastica riduzione della possibilità di usare questo mezzo limitandolo alle sole indagini per reati di mafia, terrorismo, e, forse, rapine, usura, pedofilia e violenza sessuale.
Escluse del tutto corruzione e concussione e, in genere, i reati finanziari, cioè proprio quei reati che potrebbero interessarlo. Esclusi anche i traffici di droga, cioè quelli che potrebbero interessare i suoi amici.
Credevamo che Berlusconi proclamando eroe Mangano in una cerimonia officiata insieme con Dell'Utri avesse finito di pagare le cambiali contratte con chi ha favorito la sua ascesa al potere ma evidentemente non è così e le cambiali sono ancora tante.
Niente paura, c'e' ancora il 41 bis e magari anche le revisioni dei processi di mafia per potere pagare il resto. Il papello di Riina e compagni è ancora lungo.
Nello stesso tempo, applicando finemente il concetto di gradualità della pena, si promettono 5 anni di carcere a chiunque, per qualsiasi motivo, con le intercettazioni avrà a che fare, a chi le fa, a chi le ordina, a chi le propaga, in carcere quindi magistrati e giornalisti e impunità assoluta a chi utilizza il telefono per progettare reati, comunicare ordini e via andando, non ci sarà più bisogno per nessuno di adoperare i pizzini, si potranno utilizzare senza problemi mezzi più moderni come i cellulari.
Per il secondo, il reato per concorso esterno in associazione mafiosa, che viene definito da un "principe del foro" (non si sa bene quale, forse il suo) quale Lipera, un "reato che non esiste", un "reato inventato", si sta facendo qualcosa di ancora più grave, si sta praticamente tentando di azzerare la possibilità di utilizzarlo nei processi e nelle condanne, anche se la sua "invenzione" si può fare risalire a magistrati come Borsellino, Falcone, Costa, Chinnici e tanti altri, tutti ovviamente morti come attestano le vie e le piazze che, proprio per assicurarsi che siano definitivamente e irrimediabilmente morti, gli sono state intitolate.
Su questo filone si inserisce l'ennesimo tentativo di tirare fuori dalla galera dove giustamente sta espiando la pena alla quale è stato condannato per una parte dei suoi delitti, un traditore dello Stato come Bruno Contrada.
Anzi adesso si rincara la dose, oltre a Contrada si vuole rimettere in circolazione anche Ignazio D'Antone.
D'altra parte, come fa Contrada, anche lui può autodefinirsi un servitore dell Stato e può chiedere quindi non la grazia ma piuttosto un ringraziamento da parte dello Stato per avere obbedito agli ordini. Bisognerebbe però che dichiarassero quale Stato e quali Istituzioni hanno servito, se quelle degne di questo nome o quelle "deviate".
Più di una voce si è levata al Palazzo Steri a Palermo in difesa di Contrada e D'Antone, alcune prevedibili, il libro paga dei servizi è molto ampio e i fondi sono inesauribili, ma c'è ne è una che mi addolora profondamente, quella di Francesco La Licata, che si è sempre proclamato amico di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone e su di loro, in nome di questa amicizia, ha scritto dei libri, ma forse i libri su Paolo e Giovanni non rendono più e allora è meglio scrivere libri su nuovi argomenti, e cercare nuove amicizie...........

venerdì 6 giugno 2008

Il "sistema Lombardo" e la voragine del comune di Catania.

«Raccapricciante» è il termine usato per definire ciò che il commissario e i magistrati stanno via via scoprendo nei conti del Comune di Catania. L' ex sindaco Umberto Scapagnini, il medico personale di Berlusconi che definì il suo paziente "tecnicamente quasi immortale" e capace "dell' attività mentale e sessuale di un cinquantenne", eletto deputato, si è involato a Roma. Raffaele Lombardo, che di Catania fu vicesindaco fino al 2005 quando si trasferì alla presidenza della Provincia, ha trionfato alle elezioni del 13 aprile con il suo MPA, la Lega del sud, e si è trasferito a Palermo come presidente della Regione Sicilia, dove ha preso il posto di Totò Cuffaro, condannato a cinque anni per favoreggiamento e rivelazione di segreto istruttorio e perciò promosso in Parlamento.

La coppia ScapagniniLombardo premiata dagli elettori, ha lasciato un cumulo di macerie di cui è ancora difficile valutare le reali dimensioni. La Corte dei Conti teme che il buco di bilancio sia tra i 600 e gli 800 milioni. Enzo Bianco, il sindaco di centrosinistra che nel 2000 lasciò un avanzo di una trentina di miliardi di lire, ritiene che il buco reale sia oltre il miliardo di euro e la situazione tecnicamente fallimentare, ben peggiore di quella di Taranto sempre citata come esempio di amministrazione paradelinquenziale.

Il commissario Vincenzo Emanuele, nei meandri della giungla contabile lasciata da Scapagnini e Lombardo, è ora affiancato dalla Procura di Catania che ha aperto un' inchiesta per il reato di falso ideologico in atto pubblico, l' equivalente del falso in bilancio. Le entrate tributarie sarebbero state gonfiate per pareggiare artificiosamente le uscite e ripianare 83 milioni di disavanzo accumulati tra il 2002 e il 2003. Ma questo è soltanto l' inizio di un' inchiesta che si preannuncia densa di sorprese. Intanto, la settimana scorsa Scapagnini è stato condannato a due anni e mezzo di reclusione e all' interdizione dai pubblici uffici per violazione della legge elettorale, avendo distribuito alla vigilia delle elezioni del 2005 premi non dovuti fra i 300 e i 1000 euro ai dipendenti comunali.

Dell' allegra amministrazione di Catania si parla da anni. Promozioni a raffica, centinaia di consulenze strapagate, clientele, amici degli amici, la coppia ScapagniniLombardo non si è fatta mancare niente. Si narra di un autista di famiglia dell' ex sindaco nominato consulente del Teatro artistico siciliano, degli spettacoli di un plotone di ballerine brasiliane, capitanate da Surama Dos Santos, amica dell' ex sindaco, di contratti con la Rai per le riprese di improbabili manifestazioni.

Mentre Scapagnini pensava all' aspetto diciamo ludico dell' amministrazione sentendosi anche lui "tecnicamente quasi immortale" come Berlusconi, Lombardo perfezionava il suo "sistema", che ne ha fatto l' uomo più potente della Sicilia. Il libromastro del sistema è contenuto in una "cartella zippata" con centinaia di file, in cui sono ordinate tutte le richieste di favori, di cui ha riferito Alfio Sciacca sul "Corriere della Sera". Spuntata nel giorno in cui il leader dell' MPA s' insediava a Palazzo d' Orleans, l' enciclopedia delle clientele contiene di tutto: richieste di lavoro, avanzamenti di carriera, trasferimenti di sede, assegnazione di incarichi e di consulenze, richiesta di raccomandazioni per poter superare esami universitari o provini al Teatro Massimo. Un po' come i mitici archivi andreottiani di tanti anni fa, non più cartacei, ma rivisitati ai tempi dell' elettronica.

Quando il disastro Catania emergerà in tutti i dettagli, Scapagnini siederà tranquillo nel suo scranno a Montecitorio, dove per fortuna avrà forse meno occasioni di far danni. Chissà cosa ci aspetta invece a Palazzo d' Orleans, dove a perpetuare il cuffarismo irrompe il «sistema Lombardo».

*da Repubblica del 5 maggio 2008

giovedì 5 giugno 2008

Onda pazza

“Il gruppo dirigente […,] nello scacchiere politico locale come su quello nazionale, si pone come un’associazione di tipo mafioso, non solo e non tanto per la convergenza di mafia e di clientele parassitarie che è riuscito a suscitare e ad aggregare attorno a sé, quanto per il modo stesso, banditesco e truffaldino, di concepire ed esercitare il potere”.

Così diceva Peppino Impastato descrivendo una realtà non dissimile da quella odierna. Oggi che le collusioni fra potere politico e criminalità mafiosa appaiono in tutta la loro evidenza assumono un valore quasi profetico anche le trasmissioni di Onda Pazza, spesso paradossali e divertenti ma sempre cariche di verità.
Peppino Impastato fu tra i protagonisti di questa piccola radio capace di denunciare senza autocensure le istituzioni politico-economiche della provincia siciliana colluse con la mafia.

Quando, il 9 maggio 1978, il corpo senza vita di Aldo Moro, prigioniero delle Brigate rosse, venne ritrovato a Roma in via Caetani, L’eclatante notizia relegò in secondo piano il delitto mafioso di cui fu vittima Impastato. i resti DI PEPPINO furono trovati, nella notte tra l’8 e il 9 maggio, sui binari della ferrovia Palermo-Trapani.

Nel DVD allegato le otto puntate di Onda Pazza con la viva voce di Peppino Impastato, l’ultima delle quali registrata poco prima del suo assassinio.

Lavori Santa Maria la Scala

Con la presente vorrei esprimere il mio disappunto sui lavori che si stanno svolgendo a Santa Maria la Scala.
Certo forse il mio giudizio è affrettato, ma sconvolgere un tratto di costa naturale , la spiaggetta
all'inizio di via Molino , mi sembra deturpare il patrimonio della nostra riviera.
Già l'aver permesso in passato un parcheggio in spiaggia per un lido nella nostra frazione era stato difficile da digerire....
Ora non si sta provvedendo ad un semplice livellamento e pulizia della spiaggetta (intervento ordinario necessario annualmente), ma ad un vero e proprio stravolgimento della spiaggetta naturale.

Giovanni
Spadaro via Fabio 18 Acireale

mercoledì 7 maggio 2008

Lombardo, in Rete il libro dei favori

CATANIA - Ci sono richieste di lavoro, avanzamento di carriera, trasferimento di sede, assegnazione di incarichi e consulenze. C’è persino chi chiede una mano per poter superare l’esame all’Università oppure per sostenere l’audizione al Teatro Massimo. Un esercito sconfinato di questuanti che provvede direttamente inviando un «pizzino» dove indica nome, cognome e richiesta oppure per il tramite di «un amico» che in genere è un deputato, un uomo dell’apparato, un semplice portaborse. Il risultato è una miniera di nomi, indirizzi, numeri di telefono e soprattutto favori accordati o in via di soddisfacimento. Benvenuti nel «data-base » dell’uomo più potente di Sicilia, il neo governatore Raffaele Lombardo.

Proprio nel giorno in cui si insediava a Palazzo d’Orleans qualcuno è riuscito a entrare in possesso di una cartella zippata con centinaia di file in cui sono contenute tutte le richieste di favori e non solo, indirizzate direttamente al leader dell’Mpa oppure ai suoi più stretti collaboratori. Un documento eccezionale, una sorta di libro mastro del «sistema Lombardo » che rischia di deflagrare proprio ad avvio dell’esperienza del governatore siciliano. Chi è riuscito a violare questa «enciclopedia delle clientele» giura che è stato per puro caso come ha raccontato sul settimanale «Centonove». «Può capitare di tutto nella vita —scrive il misterioso segugio — anche di cercare su emule Pinnacle 10 e 11 dei video ed incontrare un file zippato, scaricarlo e trovarci dentro tutta questa roba».

Per gli appassionati della materia non è fantascienza e tutto lascia pensare che il «libro mastro » sia diventato un libro aperto per imprudenza. A meno di non voler fantasticare su complotti e veleni. Il materiale è organizzato in maniera molto semplice ed ha tutto il sapore di un brogliaccio, cioè di una brutta copia di un data-base ufficiale. Comunque c’è quanto basta per capire come funziona e come sia capillare il sistema clientelare di Lombardo. Ci sono le richieste singole tipo: «mi chiamo... ho un contratto di sei mesi... chiedo il tempo indeterminato». Oppure: «Sono il dott... c’è un concorso per due posti in chirurgia generale a Siracusa...». Una signora chiede di essere aiutata per la preiscrizione della figlia alla scuola materna.

Ma la parte più compromettente è quella intestata a deputati o uomini dell’apparato. Per ognuno di loro ci sono dei fogli excel dove sono convogliate le richieste di favori: al solito sono indicati i riferimenti del cliente, la richiesta, il nome del segnalatore e di chi si deve prodigare, l’esito della pratica. E qui c’è roba di un certo peso: consulenze, incarichi e appalti. Sono intestate a vari settori: dai lavori pubblici, al turismo, alla sanità. In quest’ultima si può trovare persino una signora che chiede aiuto perché in lista d’attesa per il trapianto di reni.


Alfio Sciacca
Corriere della Sera 30 aprile 2008

venerdì 11 aprile 2008

APPELLO AGLI ORFANI

Amico, compagno, che non ne puoi più. Amico compagno, che ‘questa volta il mio voto non lo avranno’. A te dedico questo mio appello. A te che eri con noi sotto il sole a S.Giovanni quell’indimenticabile 14 settembre, sembra ormai un secolo, e chissà, ci siamo forse sfiorati e magari scambiato un sorriso complice e raggiante. A te che con noi hai gridato la tua rabbia contro la partecipazione a una guerra impari e vile, o contro le basi militari del nostro arrogante alleato-padrone. A te che ci hai dato una mano a dire ‘no’ allo stravolgimento della nostra Carta, all’Italia suddivisa in base ai 740. A te che da una vita attendi e speri, ostinato e ormai sfiduciato, che una nuova stagione sia alle porte, in cui la politica si riavvicini ai cittadini e che possa verificarsi il vagheggiato ‘ricambio della classe dirigente’ nella cui attesa abbiamo perso la speranza e i capelli, e le rughe del cuore cominciano a fare pendant con quelle inesorabili del viso. A te che avresti mille e una ragione per decidere, questa volta, di non partecipare a questa messinscena elettorale in cui i cittadini non decidono un bel niente e in cui tutto, probabilmente, è già predeterminato. Ascolta. Guardati intorno. Forse non è del tutto così. No, non è l’ennesimo (quando la finiremo?) invito a ri-coltivare sogni ed illusioni, ma l’osservazione dell’esistente , unitamente a un minimo di lungimiranza, fa sì che dobbiamo prendere atto che esiste più di un motivo per recarci, motivati e decisi, alle urne. 1) Se credi nel voto ‘utile’ inteso come argine disperato a una terzo avvento berlusconiano che, senza la foglia di fico democristiana, si disvela ormai anche agli illusi come vera destra fascista e xenofoba, esiziale per il già fragile assetto democratico italiano, soprattutto con il probabile avverarsi dell’ incubo ‘fine di mondo’ e cioè del possibile settennato (5+7=12) dell’ ‘ottavo nano’ al Colle. In questo caso, vai e vota, per necessità, chi è realmente in grado di contendere al Cavaliere e al suo sguattero (Ciarrapico dixit) l’anticostituzionale premio di maggioranza previsto dal Porcellum. 2) Se nonostante tutto ‘non ce la fai’ a votarli, se temi il materializzarsi post-elettorale del fantasma ‘veltrusconi’ se, soprattutto, dai per irreversibile la deriva neocentrista del PD e non vuoi che in Italia scompaia un’ idea (il simbolo è già scomparso..) di sinistra, e non vuoi che se ne disperdano i valori allora vai e vota sinistra, ma subito dopo, datti da fare perché rinasca una ‘vera’ sinistra dai partiti sì, ma anche dalla società. 3) Se hai la fortuna, nella tua circoscrizione. di avere, indipendentemente dalla lista, ma in ‘posizione di eleggibilità’ (quali orrende neo-formulazioni siamo costretti ad enunciare..) una persona che stimi, in cui credi, con cui hai condiviso lotte, valori ed idee, la cui elezione farà si che una parte di te sia rappresentata, votalo senza indugi. Sarai meno solo e anche lui,una volta eletto, si sentirà meno solo in quell’orda di lupi famelici.4) Se ti ritieni comunque ‘orfano’ dal punto di vista della rappresentanza, se non hai amici o punti di riferimento cui affidare il tuo voto, scegli la lista più decente, quella apparentemente più pulita, possibilmente quella in cui sia presente chi abbia privilegiato, nella sua storia, la questione morale, l’impegno per la legalità e la lotta alle mafie.

Ti ricordo,anche se lo sai bene, che il non voto, pur essendo una delle legittime opzioni dell’elettore, farà solo il gioco della casta; sarà una minuscola torta che riprodurrà in miniatura il risultato elettorale: la fetta più grande a chi ha vinto, quella più piccola all’opposizione e così via. ‘Loro’, con diverse motivazioni, non aspettano altro. Chi per governare, da padrone, un’Italia ‘ad personam’. Chi, ancorato al suo sogno autoritario, sogna nuovi pestaggi e nuove Bolzaneto. Chi vuole stravolgere la Costituzione e cancellarne le fondamenta, la Resistenza. Chi da un lato vuole affossare la faticosa nascita di un moderno partito progressista, all’americana chi, dall’altro, vuole cancellare per sempre la sinistra dal panorama politico italiano. Come vedi, amico, compagno di lotte belle e (forse) inutili, tu che come me, come tanti di noi, a pieno titolo fai parte dei cosiddetti ‘orfani’ del centrosinistra puoi trovare, nella tua coscienza, almeno un motivo che ti spinga all’esercizio del voto e che per una volta, forse l’ultima, ti faccia desistere dall’insano proposito di stare a guardare, e a subire.Pensaci.

domenica 6 aprile 2008

Noi scegliamo Alfio Foti


Alfio Foti, rappresenta il condidato di Liberacittadinanza Acese. La sua storia politica, la sua continua lotta contro l'illegalità, la vicinanza politica e umana con Rita Borsellino ci hanno liberato da ogni dubbio, scegliendolo come candidato del nostro movimento.

venerdì 21 marzo 2008

Sicilia: La corte dei conti bacchetta la gestione del 118.

A dare l’allarme sulla gestione del servizio emergenza urgenza in Sicilia ,la Corte dei Conti, che nella sua “Indagine sul funzionamento del 118 ”, depositata il 21 gennaio del 2008 ,ha dettato tutte le incongruenze gestionali che hanno determinato un vero buco finanziario. L’indagine ha infatti verificato le modalità organizzative, i costi e le eventuali criticità, con riferimenti alla fase della programmazione e della gestione del sistema. Addentriamoci nel sistema 118 e cerchiamo di capire cosa ha determinato tutto questo. La sicilia, come tutte le altre regioni si è adeguata nella gestione dell’emergenza, fin dal 2000 al D.P.R. 27 marzo 1992 che detta le linee guida in materia di gestione del servizio di trasporto sanitario di emergenza, ponendo in essere delle normative regionali di riferimento. Tra queste ricordiamo la legge regionale n. 30/93, che istituisce per la prima volta in sicilia una rete “unica ed unitaria” operante mediante l’attivazione di quattro centrali operative raggruppanti bacini territoriali infraregionali. All’interno della stessa legge l’art. 36 che al comma 2 lettera b), prevede la possibilità, per la Regione siciliana, di procedere alla gestione del servizio attraverso la stipula di convenzioni con la Croce Rossa Italiana - CRI. La prima applicazione di tale articolo è avvenuta con ulteriore legge regionale del 7 agosto 1997 n° 30 che assegnava in data 10 novembre 1998 e fino al 31 dicembre 2000 la gestione del servizio emergenza urgenza e del numero unico”118” alla CRI, che a sua volta affidava la gestione alla S.I.S.E. spa, nata nel 1999, come società mista e poi trasformata nel 2004 in spa a maggioranza CRI. Dalla convenzione iniziale detta “convenzione madre” stipulata nel maggio del 2000 si è passati alla data odierna attraverso varie leggi regionali e atti amministrativi che hanno prorogato la convenzione fino al Giugno del 2008. L’organizzazione del servizio in ambito regionale invece si basa sul Decreto assessore alla sanità del 27 marzo 2001 (decreto pubblicato sulla G.U.R.S. n. 17/01) ed intitolato “linee guida generali sul funzionamento del Servizio Emergenza Sanitaria Regionale S.U.E.S. 118”. Nell’ambito del decreto sono state istituite 4 centrali operative : Centrale Operativa 118 Palermo: bacino di utenza: Palermo–Trapani; Centrale Operativa 118 Caltanissetta: bacino di utenza: Caltanissetta– Enna- Agrigento; Centrale Operativa 118 Catania: bacino di utenza: Catania - Ragusa - Siracusa;

Centrale Operativa 118 Messina: bacino di utenza: Messina. Che operano attraverso personale fornito dalle aziende ospedaliere adeguatamente formato. Hanno una funzione di filtro attraverso il numero 118 e di allertamento del sistema territoriale gestito dal CRI-S.I.S.E spa. La dislocazione territoriale delle ambulanze è regolamentata dall’art.lo 3 della convenzione madre sopra citata che prevedeva un numero pari a 157 ambulanze , che però nella conferenza di servizio del 19 luglio 2005 e del 13 settembre 2005 indetta dalla presidenza della regione in presenza degli assessori competenti veniva aumentata fino a 231, ben 64 in più rispetto alla convenzione madre, con un conseguente aumento di personale dedicato da 10 a 12 unità ed un limite orario mensile di 30 ore. Tale numero di ambulanze è aumentato dopo 5 mesi di altre 49 unità fino a raggiungere le 280 il 7 marzo 2006, sempre a seguito di una deliberazione di Giunta regionale e con conseguente aumento di personale dedicato. Ad oggi quindi il numero di personale assunto dal S.I.S.E è passato dai 1570 della convenzione madre ai 3009 dipendenti (autisti-soccorritori), per un totale di 3310 se consideriamo anche gli amministrativi. Si denota quindi un quadro di raddoppio di mezzi e di personale che in soli 2 anni hanno aumentato la spesa globale del servizio 118 a dismisura, infatti come indicato dall’indagine della corte dei conti e dal Dipartimento regionale bilancio e tesoro – servizio 17 ragioneria centrale sanità, con nota n. 25813 del 24 maggio 2007, gli oneri derivanti dalla convenzione, stanziati in bilancio nel capitolo 412525, risultano cresciuti nel seguente modo:

1. anno 2001 impegni euro 8.336.309,95 2. anno 2002 9.991.434,29 3. anno 2003 23.621.834,17 4. anno 2004 47.228.411,85 5. anno 2005 56.532.690,45 6. anno 2006 119.950.539,39

A questi dati esaustivi si devono aggiungere le spese in misura del 10%, per costi relativi ai beni strumentali ed al personale non sanitario che ricadono sulle spese generali della regione siciliana come da convenzione e che hanno visto(vedi tabella) nel triennio 2004-06 le seguenti spese.

Spese generali 4.956.939,57-2004 2004

5.641.357,20 – 2005 5.500.000,00- 2006

Tabella 5 Andamento nel triennio 2004-2006 dei costi relativi spese generali su dati Assessorato alla Sanità – Servizio 7 “SUES 118”.

L’indagine inoltre mette in luce il metodo con cui sono state fatte dal S.I.S.E spa le assunzioni di personale amministrativo (assunzioni dirette) ,criticando anche alcuni compensi che arrivano a 62000 euro annuali. Sempre secondo la corte dei conti nel reclutamento del personale adibito alle ambulanze non sono stati rispettati i normali canoni di assunzione per bando pubblico e con regolare pubblicazione nella G.U.R.S regionale, infatti solo la selezione dei 1978 soggetti da formare come operatori esperti delle situazioni di emergenza risulta nella G.U.R.S n. 2 del 25 gennaio 2002.

Oggetto di critica inoltre la formula di acquisizione da parte del S.I.S.E spa delle ambulanze che secondo la corte dei conti non rispetta il metodo dell’economizzazione di spesa ,infatti secondo la stessa, le ambulanze invece di essere noleggiate, potevano essere acquistate direttamente con una differenza di spesa di circa 4.000.000 di euro rispetto ai 113.000.000 spesi per 5 anni di noleggio. Infine la grande incongruenza della convenzione madre Regione-CRI che viene avvalorata dalla recente impugnazione da parte della Commissione europea davanti alla Corte di Giustizia CEE (ricorso del 28.2.2006 causa C/119/2006) di una convenzione stipulata da una Regione per l’affidamento senza gara di servizi di trasporto sanitario ,condizione che viene esplicitata anche dall’art. 13 della legge 248/06 (“Decreto Bersani”), “Gli enti a capitale pubblico(CRI) non possono svolgere prestazioni a favore di altri soggetti pubblici o privati, né in affidamento diretto né con gara”. Da tutto questo emerge sicuramente una gestione “leggera” della sanità pubblica siciliana che oggi è sotto la spada di Damocle del piano di rientro 2007-09, che ha tagliato risorse a destra e a manca nella vaga ricerca di far quadrare i conti con il governo centrale. Di contro la piena volontà del governo regionale di attuare una politica di sistemazione del personale precario che sotto alcuni aspetti è conseguenza anche del grave stato di disoccupazione in cui versano migliaia di giovani siciliani. Ma quello che conta è la notevole differenza di spesa che la regione siciliana oggi ha nella gestione del 118 rispetto ad altre regioni,dobbiamo quindi adeguarci.

mercoledì 19 marzo 2008

Proposta dell’associazione culturale ArgoNavis per una diversa gestione delle strisce blu ad Acireale.

Egr. Sign. Sindaco avv. Nino Garozzo

Egr. Assessore alla P.U. e Viabilità sign. Giuseppe Torrisi

Vi scrive il presidente dell’associazione culturale ArgoNavis di Acireale in merito alla questione Strisce Blu.

Questa lettera, anche se redatta dall’Argonavis, è sottoscritta, in verità, moralmente anche da moltissimi Nostri concittadini poiché ne raccoglie le sue istanze.

Gli attuali flussi veicolari hanno elevato il problema del parcheggio ad un ruolo di grande rilevanza per tutti coloro che ogni giorno si spostano, per esigenza, in automobile e non solo: congestione alla circolazione veicolare, smog, sosta selvaggia, ed i conseguenti pregiudizi ai pedoni, sono alcune delle conseguenze causate dalla carenza strutturale di aree per la sosta.

La scelta di istituire, anche ad Acireale, il sistema della sosta temporale a pagamento, con la motivazione di agevolare l’alternanza dell’utenza, anche se nobile negli intenti, oggettivamente non ha risolto il problema.

Credo che sia giusto esigere il pagamento di una somma in denaro quando un privato utilizzi un servizio offerto dall’Amministrazione come la disponibilità di un bene collettivo, appunto il suolo pubblico, destinando , come prevede la legge, le somme ad investimenti nel settore della viabilità urbana.

Nel caso in questione la conversione degli stalli liberi in stalli a pagamento ( strisce blu) permette di ricorrere alla leva monetaria per incentivare l’utilizzo di mezzi pubblici ( qualora ce ne fossero… ) o meglio permettere a più persone di avvicendarsi nella sosta.

Temo però che le motivazioni appena esposte, le quali legittimano la discrezionalità amministrativa degli atti di delibera, in effetti siano solo niente altro che una nuova voce per far cassa.

Lasciando da parte le polemiche vorremmo, invece, dare il nostro contributo al miglioramento dei servizi avanzando alcune proposte di modifica sulla gestione della sosta, affinché questa meglio assolva la funzione di moltiplicare concretamente le opportunità di sosta, quindi sia davvero un servizio per i cittadini e non solo una voce di bilancio, come in città molti credono.

Proponiamo di:

1) Istituire la “sosta breve gratuita” per i primi 15 minuti.

Sul modello della gestione servizio sosta nella città di Catania, sarebbe utile anche ad Acireale permettere una sosta veloce gratuita negli stalli blu, per un massimo di 15 minuti a decorrere dall’apposizione di un “Preavviso di contestazione” sul veicolo da parte dell’ausiliare. Solo alla scadenza del termine temporale procedere alla contestazione della sanzione pecuniaria. La concessione di questo tempo servirebbe a:

a) Permettere il reperimento del tagliando di sosta a pagamento, per i fruitori della sosta di lungo periodo, presso il più vicino punto commerciale convenzionato, evitando di incorrere, nelle more, alla sanzione amministrativa. L’amministrazione, infatti, deve dare al cittadino fruitore la possibilità materiale di regolarizzare la propria posizione ed evitare la sanzione. Educare il cittadino innanzitutto, ma dandogliene la possibilità.

b) Agevolare coloro i quali sostano per tempi brevissimi al fine di concludere le commissioni giornaliere. Questa potrebbe essere una misura concreta alla promozione della fruizione degli esercizi commerciali cittadini. La possibilità di una sosta “stop & go” gratuita è una politica incentivante che doterebbe il nostro sistema economico cittadino di un valore aggiunto, facendo diminuire la convenienza a spostarsi, anche per piccoli acquisti, presso i grandi centri di distribuzione commerciale extra-urbani. Senz’altro un aiuto concreto per le attività commerciali acesi che si trovano in difficoltà.

2) Abbonamento periodico alla sosta a pagamento.

La possibilità di usufruire della sosta in abbonamento mensile, bimestrale, quadrimestrale,…………., annuale, ad una cifra decisamente ragionevole, per coloro i quali hanno la necessità quotidianamente di lasciare il proprio mezzo in pubblica via. Mi riferisco ai cittadini che ogni giorno si recano sul posto di lavoro e ivi stanno per buona parte della giornata, oppure ai residenti che non possono permettersi un box auto in affitto o in proprietà. Ritengo che, sempre nello spirito del sistema di sosta a pagamento, tali abbonamenti andrebbero concessi nominalmente per ogni veicolo, in modo tale che il turn – over complessivo del sistema di sosta rimanga efficiente. A tal fine si potrebbe richiedere, per il rilascio dell’abbonamento, ai non residenti l’attestazione dell’azienda dove si lavora; mentre per i residenti e gli operatori commerciali acesi un abbattimento percentuale ( es. il 50 % ) sulla tariffa intera dell’abbonamento.

Speriamo vivamente nell’accoglimento delle istanze dei cittadini acesi, dando esempio di buona e ragionevole amministrazione anche per far sì che l’interesse di una collettività e di un servizio orientato alle esigenze del pubblico prevarichino su arroccamenti di posizioni personali.

Ricordando che il Vostro mandato “democratico” è volto, principalmente, all’adempimento dei bisogni della comunità che per questo ve lo ha concesso, e che le soluzioni nascono ascoltando chi ogni giorno vive il problema, colgo l’occasione per porgere Distinti Saluti.

Salvo Greco

( Presidente ass.cul. “ArgoNavis”)

martedì 18 marzo 2008

Rifiuti, giudizio estremamente negativo della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla gestione commissariale in Sicilia

Il giudizio "estremamente negativo" sulle scelte operate dalla struttura commissariale per l'emergenza rifiuti in Sicilia, nel periodo 1999/2006 e dal Governo Cuffaro, è stato dato dalla relazione finale della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse. I dati sono stati presentati da Legambiente Sicilia. La relazione ha anche puntato il dito più in generale sulla gestione straordinaria in Sicilia come in Campania.

Il presidente regionale di Legambiente Sicilia, Mimmo Fontana, e Angelo Lomaglio, componente della commissione hanno anche sottolineato "il giudizio concernente la sentenza della Corte di Giustizia che ha stabilito l'illegittimità della procedura seguita dal commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Sicilia, nell'affidamento degli appalti pubblici, riguardanti i quattro sistemi integrati, previsti dal piano regionale per il trattamento dei rifiuti residui a valle della raccolta differenziata, nelle aree di Casteltermini, Augusta, Bellolampo e Paterno". Si tratta dei sistemi che dovrebbero concludere il ciclo integrato dei rifiuti con quattro impianti di termovalorizzazione.

La Commissione richiama il dato messo in evidenza dalla Corte dei Conti con riferimento all'impiego dei flussi di spesa da parte del Commissariato: su un totale di risorse spese, nel periodo 1999-2005, pari a 209 milioni di euro, "ben 40 milioni di euro, pari ad un quinto circa dell'intero ammontare delle risorse, sono stati destinati al mero mantenimento burocratico della struttura"

"La relazione finale della commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti conferma le tesi su cui la Cgil siciliana assieme alle associazioni ambientaliste si batte da tempo e per le quali ha anche fatto il 15 dicembre una manifestazione regionale. E stavolta è un giudizio, fortemente critico sulla gestione del sistema in Sicilia, che nessuno potrà dire essere di parte". Lo dice Italo Tripi, segretario generale della Cgil siciliana, intervenendo nella sede di Legambiente alla presentazione della relazione della Commissione nazionale sui rifiuti nella parte che riguarda la Sicilia. Secondo Tripi "dopo questa relazione è indifferibile l'apertura di una discussione sul ruolo dell'agenzia regionale per l'acqua e rifiuti, Arra, un carrozzone - sottolinea - costato milioni di euro, attraverso il quale si è impropriamente istituzionalizzato il commissariamento e com'é dimostrato senza risultati positivi". Ed è anche "ineludibile - aggiunge - che i candidati alla presidenza della Regione si impegnino esplicitamente sul tema della riscrittura del piano regionale dei rifiuti". Tripi rileva come "dalla relazione della Commissione si evinca chiaramente il fallimento del piano rifiuti del governo Cuffaro, tutto incentrato sul business dei termovalorizzatori, che invece in un corretto sistema integrato di gestione dei rifiuti sono solo l'ultimo anello. Il piano va dunque reimpostato - sottolinea il segretario della Cgil - riordinando le priorità, che sono riduzione, raccolta differenziata, riciclaggio e riuso e solo per la frazione residuale l'incenerimentoLa commissione ha condiviso il giudizio critico della Corte dei conti in relazione alle modalità seguite dal Commissariato per dare attuazione agli obiettivi del piano, "che si sono rivelate foriere di controversie e critiche di opacità amministrativa, senza peraltro incidere significativamente sui tempi di realizzazione". La relazione ha anche analizzato le discariche. Nel Piano ne sono previste 25 per rifiuti solidi urbani che avrebbero dovuto essere destinate, a partire dal 16 luglio 2005, esclusivamente ai rifiuti provenienti dalle lavorazioni della raccolta differenziata ed a quelli provenienti dalla termovalorizzazione. E' accaduto, però, che, in assenza di impiantistica, le discariche abbiano finito con il rappresentare la chiusura del ciclo. Anche dal punto di vista finanziario, del resto, le discariche hanno un ruolo sempre più centrale nella gestione della spesa per l'emergenza rifiuti. Dalla relazione della Corte dei Conti emerge che, nel periodo 1999-2005, le spese per discariche sono state pari a 60 milioni di euro, pari a circa un terzo dell'intero ammontare delle risorse spese. Attualmente sono operative venti discariche, tutte a gestione pubblica, tranne tre. Non tutte le discariche, tuttavia, sono distribuite in modo omogeneo sul territorio siciliano, così da comportare, come emerso in sede di audizioni dei prefetti e dei rappresentanti degli amministratori locali, notevoli difficoltà, e conseguente incremento dei costi relativi, nel trasporto e nel conferimento. Sulla raccolta differenziata la Commissione ha riportato, ancora una volta, il dato negativo messo in evidenza dalla Corte dei Conti che ha sottolineato come, a fronte di un totale di risorse spese pari a 209 milioni di euro, il Commissariato risulta aver speso per iniziative connesse alla raccolta differenziata (campagne di sensibilizzazione, raccolta, spese per progetti, isole ecologiche) circa 44 milioni di euro, con risultati sconfortanti. La percentuale di raccolta differenziata, del 5,5% nel 2005, è passata al 7% nel 2006 e all'8% circa nel 2007

05-03-2008

Fonte: Ansa

05/03/2008

L A S I C I L I A I N P O S I T I V O.

elezioni regionali 2008

L A S I C I L I A I N P O S I T I V O.

Incontro – dibattito con la partecipazione di

R I T A B O R S E L L I N O
Designata alla Presidenza dell’ARS

A L F I O F O T I
Candidato all’ARS per la provincia di Catania
lista ‘Rita Borsellino/ la Sinistra l’Arcobaleno’

Acireale, Martedì 18 Marzo 2008 ore 21.00
Grande Albergo Maugeri, Piazza Garibaldi

giovedì 13 marzo 2008

IL SOMMERSO DEI PROGRAMMI

IL SOMMERSO DEI PROGRAMMI
Democrazia al verde


di Giovanni Sartori


Torno ai programmi elettorali. Scrivevo che oramai si riducono a essere strumenti acchiappa- voti. Servono per vincere. Il che non implica che servano per ben governare. Può darsi; ma può anche darsi che costringano a governare malissimo. In parte perché promettono quel che non dovrebbero, e in parte perché occultano i veri problemi, i problemi che sono davvero da affrontare. Questi problemi, scrivevo, costituiscono la parte sommersa delle campagne elettorali. Vediamo di farla emergere. Una prima partita sulla quale troppo si sorvola è quella del nostro debito pubblico. Sì, sappiamo che c'è; ma poi si svicola.

Eppure batte ogni record: oscilla intorno al 105% del Pil (prodotto interno lordo), e cioè della ricchezza prodotta dal Paese in un anno; il che comporta un carico di interessi di 70 miliardi di euro. Ora, anche un bambino (ma non i sindacati e nemmeno la sinistra-sinistra) arriva a capire che trovarsi ogni anno con 70 miliardi bloccati è un’intollerabile palla al piede. Questo debito era superato, in passato, dal Belgio, che però è riuscito a dimezzarlo. A noi non riesce. Perché? E' un segreto di Pulcinella, debitamente oscurato da tutti. Una seconda partita dolente, anzi dolentissima, è quella della mafia (nella quale ricomprendo camorra e 'ndrangheta). Vedi caso, nessun programma si impegna in una «guerra alla mafia». Eppure la mafia è la più grossa azienda del Paese, con un fatturato nell'ordine di 90 miliardi all'anno, tutti esentasse, tutti in nero. Ma né Tremonti né Visco né nessuno hanno mai davvero cercato soldi nel colossale patrimonio mafioso.

Perché? E' un altro segreto di Pulcinella. E' che il voto malavitoso condiziona e inquina la politica e le elezioni di metà del Paese. Nel 2001 Berlusconi vinse in Sicilia 61 collegi su 61. E’ comune opinione che quel trionfo fu dovuto anche ai voti controllati dalla mafia. E ora il Cavaliere ritenta il colpo rilanciando il ponte di Messina, che sarebbe inevitabilmente una colossale pacchia per l'onorata società. Come insegna l'autostrada Salerno- Reggio Calabria, fatturata metro per metro dalle cosche. Aggiungo che questo lassismo, e ancor più la collusione tra politica e mafia, sono particolarmente vergognosi perché impiombano l'economia del Sud e di riflesso tutta l'economia italiana. Il Sud non riesce a decollare, economicamente, anche perché strangolato dal «pizzo» e da un gigantesco parassita che oramai è arrivato al Lazio. Come scrive Giorgio Bocca, la malavita sta «sconfiggendo lo Stato in metà dello Stato». Eppure i partiti (paghi di qualche fortunato arresto) non fiatano e anzi candidano personaggi in altissimo odore di sospetto. Una terza grossa partita è quella delle infrastrutture. Sono tante. Qui ho in mente strade e ferrovie, che sono infrastrutture disattese da decenni.

Giuseppe Turani stima che la rete ferroviaria da rifare costerebbe 30-40 miliardi, e che «per diventare (in materia di viabilità) un Paese moderno in media con gli altri Paesi europei dovremmo spendere nell'arco di una ventina d'anni almeno un altro Pil al completo». Basta e avanza così? Purtroppo no. Perché tra le partite ad alto costo c'è anche la partita ecologica e dell'incombente disastro climatico. In materia i nostri Verdi fanno ridere o fanno danno. Per loro il problema principale è di bloccare strade, ferrovie e fabbricati «brutti», nonché il grosso degli impianti per l'energia elettrica e la rigassificazione del metano. Il brutto non piace nemmeno a me. Ma è irresponsabile raccontarci che il fabbisogno energetico (in vertiginosa crescita) sarà fronteggiato dal sole e dal vento. Nel contempo si limitano a piangere, soltanto l'estate, quando i nostri boschi bruciano; e il ministro Pecoraro Scanio si è distinto nel bloccare a Napoli i termovalorizzatori perché il suo collegio elettorale è, appunto, Napoli. Abbiamo sottoscritto gli accordi di Kyoto, dopodiché le nostre emissioni di gas serra (il vero problema) hanno superato del 13% il limite che abbiamo accettato.

La verità è che sia Berlusconi che Prodi del riscaldamento della Terra si sono strafregati, e nemmeno Veltroni si stravolge più di tanto. Quanti Pil verrà a costare, quando i nodi verranno al pettine (sarà presto), questa cecità? Nessuno lo sa né lo vuol sapere. Infine c'è il costo del federalismo promesso a Bossi da Berlusconi. Nei programmi è un costo non contemplato, come se spezzettare il Paese in parecchie Sicilie aggiuntive non comportasse un esiziale aggravio di sprechi clientelari e di ogni sorta di disfunzioni. Pertanto quando si osserva che i programmi del Pd e del Pdl si equivalgono, si dimentica che se Berlusconi vincerà dovrà pagare a Bossi il salatissimo prezzo del suo sostegno. Ripeto, nessuno lo nota ma su questa partita Berlusconi, e soltanto lui, ci costerà molto caro. Cerchiamo di fare il punto a oggi. Siamo una democrazia troppo indebitata? Sicuramente sì. Siamo anche una «democrazia in deficit», per dire che le uscite superano regolarmente le entrate? Per ora è ancora così; e dubito sulla redenzione prevista per il 2012.

La cosa certa è, invece, che siamo una «democrazia al verde», senza un soldo in tasca, e che ha raschiato il fondo del barile (ci resta soltanto la risorsa, poco saggia, di continuare a vendere il patrimonio dello Stato). Si risponde che siamo pur sempre una «democrazia in crescita» in termini di Pil. Ma questa crescita è modestissima. Eppoi il Pil a questo effetto non è un buon indicatore. Il dato significativo è che oggi, secondo i dati Ocse, il potere di acquisto dei nostri lavoratori è del 18% circa inferiore a quello dei Paesi dell’euro. E siccome ci mancano i soldi per rimediare, il mio sospetto è che noi siamo una «democrazia in decrescita» e cioè caduta nel vortice di uno sviluppo non sostenibile che distribuisce più di quel che produce.

lunedì 10 marzo 2008

Catania, il costo sale la qualità no.

I cittadini catanesi non sono in grado di pagare gli enormi aumenti sulla TARSU imposti dall’ex amministrazione comunale SCAPAGNINI/LOMBARDO.

Aumenti terribili ed iniqui per tutti. Atroci, in particolare, per le moltissime famiglie che date le povere condizioni economiche non sono nelle oggettive condizioni di pagare il raddoppio e più richiesto sulla tassa Gestione Rifiuti.

In soli due anni l’aumento imposto corrisponde al 110%. Il nuovo incremento conferisce una tariffa di 3,17 euro m/q. Compreso le aree adibite a garage. Viene richiesto un supplemento del 15% per balzelli puramente vessatori…addirittura si richiama l’Eca, in disuso – ente comunali assistenza- che nulla ha a che vedere con i Rifiuti. A Catania è in atto una delle tariffe più alte in assoluto in Italia, a fronte del servizio più inadeguato in assoluto. Viene dichiarata una produzione di rifiuti pro-capite pari a 845,8 Kg a fronte degli 588 prodotti nel 1999. La raccolta differenziata negli ultimi anni è rimasta sempre al di sotto del 5%. I costi di gestione sono enormi, i più alti nel nostro Paese. La città è piena di discariche abusive. Il servizio complessivo di gestione è pessimo. L’amministrazione comunale è stata totalmente incapace a scovare i tantissimi evasori.

Mai rinnegato il fascismo

Fonte: Repubblica 10/03/2008

ROMA - "Mai rinnegato il fascismo". Diventa un caso la candidatura di Giuseppe Ciarrapico nel Pdl. L'imprenditore, in un'intervista a Repubblica, non ha nascosto le sue note simpatie per Mussolini. Parole che hanno provocato dure reazioni, nel Pd ma anche nel Pdl. Pesante quella di Gianfranco Fini, a cui Ciarrapico aveva rivolto sprezzanti critiche: "Ho già detto quello che dovevo dire a suo tempo (un riferimento indiretto a quando il leader di An definì il fascismo "il male assoluto", ndr)", per poi scaricare la scelta su Forza Italia: "Fosse dipeso da noi...". E dura è anche la reazione di Fiamma Nierenstein: "Ho visto il coraggio di Fini che andava a chiedere scusa a Gerusalemme, ma io sono antifascista e non sono compatibile con nessuno che non dica di rinnegare il fascismo".

Anche la reazione del Pd chiama direttamente in causa Berlusconi: "Visto che Ciarrapico non rinnega il fascismo, il Cavaliere rinnegherà la candidatura di Ciarrapico? - si chiede il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, candidato nel Lazio - Un partito che si richiama alla parola libertà non può portare in Senato un convinto sostenitore della dittatura fascista".

E in effetti le parole di Ciarrapico lasciano poco spazio al dubbio. "Il fascismo mi ha dato sofferenze e gioie. Mai rinnegato, mai confuso, mai intorpidita la mente da pensieri sconclusionati e antistorici" si legge nell'intervista a Repubblica. Ed ancora, a proposito delle foto di Mussolini che campeggiano in alcune redazione di giornali editati da Ciarrapico: "E' bellissimo, c'è ovunque".

"E' la scoperta dell'acqua calda: i fascisti ci sono ancora e trovano ospitalita' li' dove non dovrebbero trovarla" taglia corto Victor Magiar, scrittore ed esponente delle comunita' ebraiche italiane. Storia nota le simpatie dell'imprenditore per il Ventennio. A ricordarle ci pensa Vincenzo Cerami scrittore, autore e responsabile Cultura del Pd: "Non va dimenticato che Ciarrapico, oltre a stare scrivendo la biografia di Starace, come lui stesso rivendica nell'intervista, ha pubblicato anni fa come editore l'opera omnia di Mussolini. Questa è la cultura del Partito del Popolo della Libertà".

E proprio sulla deriva a destra del Pdl torna a insistere il vicesegretario del Pd Dario Franceschini: "Berlusconi ha riempito le sue liste di ogni cosa: prima Fini, la Mussolini e poi Ciarrapico, che si è detto orgoglioso di essere fascista. Penso che i moderati e le persone per bene faranno fatica ad accettare questo spostamento a destra irreversibile e inarrestabile da parte del Pdl".

Mentre Alfredo Reichlin, dirigente del Pd, che ha presieduto la commissione per il manifesto dei valori del Pd, sottolinea il ruolo deciso della memoria "su ciò che il fascismo ha significato per il nostro paese. E' un messaggio che è necessario arrivi soprattutto ai più giovani, affinchè esternazioni come quelle di Ciarrapico non passino come nulla fosse".

(10 marzo 2008)