martedì 29 gennaio 2008

Incontro con Marco Travaglio. Mercoledi 30 gennaio 2008

Cinema Spadaro, via Galatea, 100 - Acireale.
ore 17:30

Cuffaro dimissioni tardive

Per Cuffaro ed il suo partito, l’UDC, una condanna a cinque anni di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici sono meglio di un titolo onorifico, sono addirittura l’occasione per organizzare veglie in chiesa, fare festa e mangiare cannoli.

Liberacittadinanza di Acireale ritiene invece che quanto accaduto sia semplicemente vergognoso ed imbarazzante ed esprime la più netta e radicale indignazione per l’assoluta mancanza di senso istituzionale da parte del Governatore Cuffaro che non ha avvertito l’opportunità politica, civile e morale di rassegnare le proprie dimissioni.

Chi è chiamato a governare deve dar conto anche della sua integrità morale, a prescindere dalla presunzione di non colpevolezza prevista dal nostro ordinamento.

Come si fa a rappresentare la Sicilia con una condanna di questo tipo.

Cuffaro avrebbe dovuto e dovrebbe compiere un solo gesto: rassegnare le dimissioni, non costringere la Sicilia ed i siciliani ad essere identificati con un politico condannato e interdetto dai pubblici uffici.

Francesco Fichera
Portavoce “Liberacittadinanza di Acireale”

giovedì 24 gennaio 2008

Mandiamo a casa Cuffaro

FIRMATE LA PETIZIONE E DIFFONDETE

Sottoscrivi la petizione

martedì 8 gennaio 2008

GRAZIA? NO,GRAZIE

GRAZIA? NO,GRAZIE

Ancora una volta il ministro Mastella si affanna a dimostrarci che no, la legge non è uguale per tutti.

Dall’indulto al caso De Magistris, dalla legge-bavaglio sulle intercettazioni a quest’ultimo, clamoroso caso di sospetta ‘prescia’ istituzionale che mira a liberare prima e ,inevitabilmente, a riabilitare poi, un cosiddetto ‘servitore dello Stato’ condannato per mafia e quindi,per tradimento del suddetto Stato che avrebbe dovuto ‘servire’, l’impressione di una Giustizia amministrata a colpi di ingiustizia (approccio omeopatico?) è legittima.

Con altrettanto tempismo il codazzo dei soliti garantisti’ guidato dal solito, ineffabile Jannuzzi ha iniziato la solita cagnara antilegalitaria.

A tutto questo noi cittadini, noi siciliani, noi italiani che crediamo ancora (ci illudiamo?)

nei valori di legalità e giustizia con forza ci ribelliamo. Primo perché cedere a questa deriva ipocritamente ‘perdonista’ significherebbe uccidere una seconda volta le centinaia di veri servitori dello Stato che per esso hanno dato la vita (quante volte abbiamo recitato o sentito recitare la triste giaculatoria dei caduti: Basile,Giuliano,Terranova,Costa, Chinnici, Montana, Cassarà, Falcone, Borsellino, Morvillo,etc. e con loro gli ‘angeli custodi’ : Mancuso, Loi, Schifani, D’Antiochia,etc.etc.).

In secondo luogo perché vogliamo che i confortanti segnali di un risveglio dello Stato nella lotta alla mafia e, conseguentemente della coscienza civile e morale del Paese, segnata dagli ultimi arresti ‘eccellenti’ e dalla presa di posizione di commercianti e imprenditori, sostenuti da larghi strati della popolazione e dai coraggiosi giovani di ‘Addiopizzo’ (anche qui, come a Locri, verrebbe da dire: ‘ora ammazzateli tutti’) non vengano frustrati,vanificati, da un provvedimento che riporterebbe le lancette indietro verso il tempo delle impunità e delle più vergognose collusioni tra apparati dello Stato e criminalità organizzata. Rita Borsellino, con la sua fiera mitezza, con la sua affabile intransigenza,mette in queste ore tutto il peso della sua testimonianza e del suo ruolo politico contro questa operazione vergognosa. Certo, se il famoso marziano di Flaiano sbarcasse in queste ore a Roma e notasse schierati da un lato Mastella-Jannuzzi e dall’altro Borsellino e Don Ciotti, non si chiederebbe neanche su cosa si discute per giudicare chi sta dalla parte del giusto.. Spetta comunque alla magistratura, e a nessun altro organo, valutare la compatibilità delle condizioni di salute di Contrada con il regime carcerario ed eventualmente disporre il ricovero o gli arresti domiciliari. Ma l’istituto della grazia, il cui iter procedurale viene istruito in queste ore dal nostro Guardasigilli (in che mani, ‘sti sigilli..) con insolita (e sospetta) frenesia, è ben altra cosa, ed è, com’è noto, prerogativa del capo dello Stato. Alla sua saggezza e al suo equilibrio ci affidiamo. Che lo Spirito Santo, o il suo equivalente laico, gli posi la mano sulla testa.. Citto Leotta-Silvia Manderino